Sin da piccoli siamo abituati a sentire una domanda che ci viene rivolta continuamente da genitori, amici o maestri: “Cosa vuoi fare da grande?”. Questo interrogativo comincia a diventare cruciale nel passaggio dalle Superiori all’Università: è proprio la scelta del tipo di Università che, infatti, determina, o quantomeno condiziona, ciò che andremo a fare “da grandi”.
La scelta dell’Università e gli sbocchi professionali
Quando si sceglie una Facoltà Universitaria, oltre alle proprie passioni e ai propri interessi personali, incide sempre molto anche l’attesa e la prospettiva di un futuro lavoro.
Soprattutto in Paesi come l’Italia in cui il tasso di disoccupazione giovanile tende a salire continuamente e in cui la crisi economica ha determinato una profonda trasformazione del mercato del lavoro, la scelta dell’Università può spianare o meno una futura carriera professionale.
Ma quanto è facile trovare un lavoro dopo l’Università?
Nonostante uno scetticismo generale, i dati di numerose ricerche dimostrano che gli studenti che riescono a laurearsi in tempo e con ottimi risultati hanno notevoli possibilità di trovare un posto di lavoro.
Ovviamente molto dipende sia dal tipo di Facoltà che dall’Istituto scelto.
Generalmente le Facoltà a carattere economico/scientifico assicurano maggiori possibilità di inserimento perché l’offerta lavorativa è spesso maggiore rispetto alle Facoltà a carattere umanistico.
Altro aspetto da considerare attiene al tipo di Istituto scelto.
In Italia vi sono delle ottime Università, sia pubbliche che private, come la Sapienza di Roma, la Normale di Pisa, il Politecnico di Torino e la Bocconi di Milano che godono di un grande prestigio e che vengono apprezzate anche all’estero per la loro capacità formativa degli studenti.
Gli stage e i percorsi di inserimento durante l’Università
Per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, molte Università prevedono dei periodi di Stage presso aziende o enti convenzionati. Grazie allo stage uno studente può acquisire crediti formativi che lo aiuteranno nel suo percorso accademico e può, al contempo, fare esperienza all’interno di vere e proprie realtà lavorative.
Ovviamente ogni tipo di Facoltà e di Istituto ha le sue convenzioni specifiche: nel caso di Facoltà umanistiche o sociologiche, ad esempio, gli stage vengono organizzati all’interno di Enti culturali, di Testate giornalistiche, di Uffici Stampa e così via.
Per le facoltà scientifiche e ingegneristiche gli stage vengono svolti invece all’interno dei reparti “Finance” o di “gestione e controllo” di diverse aziende e società.
In molti casi poi le Università prevedono anche dei programmi di istruzione all’estero, per favorire anche l’inserimento in realtà internazionali.
La crisi del concetto classico di lavoro
Le numerose ricerche sull’inserimento post-universitario hanno però messo in luce anche un dato molto significativo: la fine del concetto tradizionale di “posto fisso”.
Soprattutto le nuove generazioni, sono chiamate a confrontarsi con una realtà lavorativa in continua evoluzione e trasformazione: il sogno di tanti genitori di vedere il proprio figlio “sistemato” appare, oggi, più difficile da realizzare perché stanno diminuendo i contratti a “tempo indeterminato” a favore di quelli di breve durata e “a termine” che lasciano maggiori incertezze e dubbi sul futuro.